Le perizie di stima per l’ottenimento di un mutuo, nate come strumento di garanzia per il credito, da tempo si sono ridotte a una mera formalità richiesta dalla Banca d’Italia e dalla BCE.
Le società incaricate, spesso in accordo con gli istituti di credito, redigono valutazioni approssimative, al limite della conformità con le Linee Guida ABI e con gli standard internazionali di valutazione immobiliare.
In questo processo, i tecnici e i professionisti coinvolti non svolgono più un vero ruolo di controllo e di determinazione del valore immobiliare, ma diventano parte di un iter standardizzato a basso costo. Tale approccio, seppur utile a contenere i tempi e le spese, espone però a rischi rilevanti in caso di contenzioso.
La verifica della conformità edilizia e urbanistica viene spesso effettuata solo su documenti forniti dal mutuatario o dalla parte venditrice, i quali talvolta omettono la presenza di abusi edilizi. Il sopralluogo del tecnico si riduce così a un esame superficiale, condizionato anche dai compensi irrisori riconosciuti (50–80 €).
Di conseguenza, il credito non è realmente garantito ed eventuali controlli successivi possono portare a pesanti sanzioni amministrative o addirittura alla demolizione di volumetrie non sanabili.
A ciò si aggiunge un problema di percezione: il cliente è convinto che la perizia lo tuteli, ma la giurisprudenza ha più volte chiarito che la responsabilità del perito si limita alla sola verifica del valore di mercato. L’acquirente, quindi, scopre spesso solo dopo l’acquisto di dover affrontare ulteriori spese per accertamenti, regolarizzazioni e sanatorie.
È da tempo evidente che una due diligence tecnico-urbanistica rappresenterebbe lo strumento più corretto per determinare il reale valore di mercato di un immobile. Tuttavia, essendo un costo aggiuntivo, questa attività viene raramente richiesta, o peggio, svolta in modo sommario da figure non qualificate (come gli agenti immobiliari), con interpretazioni errate delle normative.
Per tutelarsi davvero in fase di acquisto è quindi fondamentale incaricare un professionista abilitato, che esegua tutte le verifiche necessarie e, se richiesto, rediga un “Certificato di Stato Legittimo”. Con questo documento il tecnico si assume la responsabilità delle proprie dichiarazioni, garantendo così maggiore sicurezza all’acquirente, che in caso di errori potrà rivalersi sul professionista.
SI RICORRE ALLA MAPPA CATASTALE, COME “ULTIMA SPIAGGIA” IN ASSENZA DI ALTRI ELEMENTI
Vero, ma è possibile che le mappe non siano aggiornate. Inoltre è possibile che il posizionamento del fabbricato non corrisponda con le mappe o la morfologia del lotto sia discordante con lo stato sul posto. Il recupero del “Tipo Mappale” e/o “Tipo frazionamento” potrebbe chiarire meglio eventuali discordanze.